Museo I Magli di Sarezzo
- fondazionemalossi
- 17 ore fa
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La Fondazione Pietro Malossi gestirà le aperture del museo valgobbino, al termine di una manifestazione di interesse fatta dal Comune di Sarezzo.

Con il mese di marzo il museo I Magli di Sarezzo ha riaperto con una novità: è la Fondazione Pietro Malossi a gestire le aperture e le attività ludiche.
Un importante passo nella valorizzazione condivisa di importanti siti archeologici che conservano e tramandano la memoria di un territorio legato al ferro e alla sua lavorazione/trasformazione.
Infatti anche i Magli di Sarezzo come Il museo Il Maglio Averoldi aderiscono al Sistema museale di Valle Trompia e fanno parte della Via del Ferro e delle Miniere.
Il museo è aperto tutte le domeniche dalle 15 alle 18 e tutti i giorni della settimana, su prenotazione, per gruppi e/o scolaresche.
Per info e prenotazioni:
📱 360.1030495
📍Via Valgobbia, 19 - Sarezzo (Bs)
Leggi qui l'articolo del Giornale di Brescia
PER SAPERNE DI PIU'
Testo tratto dal progetto "Collezionisti in Valle Trompia...un tesoro da scoprire" | Progetto del Sistema museale di Valle Trompia | Bando Unico Cultura 2018 | Coordinatrice Milena Gares.
Cuore del museo è la sala in cui troneggiano i tre poderosi magli, macchine simili nella struttura ma diverse per rendimento e funzioni, restaurate nel 2013. Oltre alle macchine, sono esposti al pubblico attrezzi utilizzati dai forgiatori, la cui identificazione e ricollocazione sono state possibili grazie a un in tervento di catalogazione condotto sulla base delle preziose testimonianze fornite dagli ex lavoranti.
All’interno il percorso si integra con l’esposizione della raccolta privata di Andrea Pellegrini (Lumezzane, 1953 Lumezzane, 2002) che comprende 214 pezzi, risalenti al XX secolo , tra cui compassi, seghetti, stampi, punzoni, trivelle, ghiere, componenti di macchinari. Andrea Pellegrini, conseguito il diploma di perito metallurgico, entrò nella ditta del padre, dove ebbe modo di conoscere, gestire e innovare i diversi trattamenti termici dei metalli.
Appassionato di chimica e in particolare per la storia della metallurgia, ma anche delle materie umanistiche, dimostrò una viva sensibilità ai temi della storia delle tradizioni popolari, con la curiosità intellettuale e la voracità ti piche dell’autodidatta.
L’idea di costituire una collezione degli oggetti e strumenti di lavoro particolarmente significativi, si concretizzò a partire della metà degli anni ‘90 e lo accompagnò fino alla fine della sua vita.
Egli esplorò soprattutto il territorio bresciano alla ricerca di oggetti di lavoro vecchi, rivelatori di storie individuali e collettive più o meno antiche. Il progetto più ambizioso di Pellegrini, probabilmente maturato ed accelerato dalla malattia inesorabile, fu la creazione non sol o di una ampia e sistematica raccolta di oggetti, ma anche la fondazione di un c entro s tudi sul ferro e sull’antica utensileria correlata alle lavorazioni del ferro.
La collezione che possiamo ammirare oggi, in uno spazio dedicato all’interno del museo, è la raccolta donata nel 2004 alla Comunità Montana di Valle Trompia ad opera della moglie su volontà del marito e originariamente conservata presso la sede della ditta Pellegrini SRL trattamenti termici a Noboli.
L’ allestimento si completa con la Fucina Ludoteca del Ferro , dove è possibile ripercorrere il ciclo del ferro e giocare seguendo i tre percorsi “del colore”, “del suono” e “delle qualità del ferro”.
Imperdibile per i più piccini è la Piccola Miniera , ricostruzione in miniatura di una miniera dove sperimentare, in un ambiente controllato, le sensazioni suscitate dalla visita a una galleria mineraria.
Alla Fucina si affiancano l'aula per lo svolgimento dei laboratori didattici e la biblioteca scientifica per ragazzi , che raccoglie oltre 1000 volumi consultabili durante le ore di apertura del museo.
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